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Pubblicata il 11/02/2020
E' nel ricordo
di antichi monti incaprettati
e di rade farfalle al pascolo
che ombreggio il mio passo.

E' nel passaggio,
breve ed interminabile
di tiepidi soli
che si abbeverano
sulle cornici dei laghi
che sorseggio a sera
la mia umbratile forma.

Al prossimo tramonto
potrei essere ginestra
irridente al sole
ma per adesso trattengo
solo un corto respiro
mentre l'aria
tersa e fonda della notte brùca,
lacerando il buio.
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sì, è un accostamento a sensazioni "naturali", ma con sapori e tepori attenuati, sfumati per sempre.

il 12/02/2020 alle 13:43

Mi hanno bloccato quei monti incaprettati, come un infernale ossimoro. Ma, poiché sei tu, capisco che la scelta era meditata e voleva proprio sortire quell'effetto. C'è un qualcosa di definitivo e di nuovo, una catarsi/resurrezione che vaga nell'aria, quella che bruca e lacera il buio.

il 12/02/2020 alle 18:17

Ti confesso Eriot che la spinta verso la liberazione c'è e non è una ricerca di comunione.

il 12/02/2020 alle 18:29

Mi piace molto "potrei essere ginestra/irridente al sole", credo sia un alito di speranza.

il 13/02/2020 alle 09:56

Speranze o delusioni vorrei esprimerle un giorno senza l'utilizzo di figure retoriche e ritornare alla mia impostazione originaria, diaristica, asciutta.

il 13/02/2020 alle 10:58