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Pubblicata il 26/01/2020
chi fosse non l’ho mai saputo

un nome incerto pure alla pronuncia

ricordo dormiva da anni sotto i ponti

di Lambrate e qui tanto sognava sogni

diceva di draghi fate gnomi dame uccelli

dalle piume strane cavalieri fiori cielo

e ancor farfalle alte montagne mare

pesci sirene un groviglio aggrovigliato

lì tutti assieme poi pian piano la mente

ricordava al risveglio il tutto dipanava

e come un filo magico dorato le figure

del sogno tra loro ogni volta collegava

e nascevan così fiabe diverse e colorate

che poi di giorno seduto in attesa di

un panino e di un bicchier di nero vino

su una panchina fissa la sua di un parco

di Lambrate ai bimbi alle mamme nonni

e passanti di quel quartiere raccontava
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