la confusione che abbiamo dentro che mano a mano si chiarisce, si rarefà...è la potenza della natura, o anche il silenzio stesso...bella
Scusate sono la solita distrattona! Mentre ho scritto giusto il nome del testo all' interno ...ho fatto uno strafalcione fuori:Ripirta il vento FORME amabili del mio tempo
Arturo/ sì è proprio come tu hai sentito,la maestosità del creato la lontananza dalla così detta civiltà ci riconduce alla giusta dimensione
Splendida estrapolazione della sensazione unica e pervasiva che dona l'alta montagna. Tutto si rarefà ed emergono, come in un lago prosciugato, tesori nascosti dal rombo del vivere quotidiano.
Quell'agrifoglio che impedisce di librarsi nell'estasi a cui ci può portare l'altezza. Prova a sentire i suoni che crei vedi se sei in sintonia con essi.
L'agrifoglio: il pizzicotto che ti fa intendere che non stai sognando.
Vittorio Pochini/ i capolavori sono ben altri! Però ti ringrazio per la fiducia e' uno stimolo ulteriore a scrivere :-)
Mitri/ la sensazione di quell'agrifoglio che punge sono le titubanze difronte al mistero e cosa più di una notte in alta montagna può suscitarlo? Si può essere in piena sintonia con se stessi solo quando si riesce a sentirsi parte di quel mistero
Beneandato/può essere anche questo l'agrifoglio il sentirsi pienamente vivi!
Una canzone che amo di Teresa de Sio, "e pazzielle"....in quel caso è l'onda che porta frammenti e sensazioni. Bellissima poesia.