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Pubblicata il 12/01/2020
Ho avuto una vita ricca
se mi scordo l'eternità
tanti giorni baciati dal sole
segnati dallo stupore

ho avuto una ricca vita
chiuso in camera ad aspettare
un amore, dei colori
a chiedermi perchè

ho avuto una vita ricca
perso tra colli e tramonti dorati
senza capire
a chiedermi perchè
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è giocata sul filo del paradosso come spesso mi piace fare...una vita ricca può essere anche una vita con poche cose e in certi momenti, purtroppo rari, vedo le cose così, in maniera luminosa...la tua capacità di "entrare" nei versi, tra le parole, è veramente unica caro Rav, una specie di radiografia...ti ringrazio davvero tanto, e ti abbraccio

il 12/01/2020 alle 20:56

Perché l'autore si rammarica di non esser stato presente a sé stesso? Lamenta l'assenza di consapevolezza della vita vissuta? Nella felicità c'è assenza di consapevolezza, io credo, perché è peculiarità tutta umana tendere all'inquietudine, a quella strana fame di voler capire cosa c'è dopo l'attimo vissuto seppur perfetto nella sua imperfezione! Sentire l'istante, sentirlo nel profondo è sempre meno appartenente a questa umanità tutta superficiale, veloce, fragile... la contemplazione dunque auspicabile dà davvero le risposte vere o dà quelle desiderate rese dunque vere? L'illusione dunque d'una consapevolezza effimera, d'un esserci inesistente... questo resta! Un caro saluto!

il 13/01/2020 alle 16:49

perchè quando non sei presente a te stesso fai errori, e magari fai anche del male agli altri...perchè la consapevolezza, come io la intendo, non è diventare un secchione razionale ma è lucidità che permette la conoscenza di sè, il famoso "conosci te stesso"...La cosa più difficile è sopportare l'isolamento, il mondo ride di te che hai la testa nei sogni impossibili, insomma è difficile...questa mia è proprio un momento di pace, solo un momento purtroppo, è come dici tu, è la felicità dell'assenza di consapevolezza, almeno di quella che intende questo mondo, se così posso esprimermi....sei radicale nelle tue convinzioni e per me fai bene, ci vuole coraggio e tu lo hai...grazie Rosi per gli stimoli e per la lettural

il 13/01/2020 alle 21:30

"Conosci te stesso", scrivi? Pia illusione! Come si può pensare minimamente di conoscersi se tale operazione avviene tramite la ragione, nostra peggiore nemica e affabulatrice? Non ci si conosce che tramite relazione e spesso nemmeno con questa, poiché nella relazione c’è la variabile impazzita dell’alterità con le sue discromie, i suoi inganni, le sue aspettative su di noi, le sue macchinazioni manipolatorie, le implicazioni emotive, etc. Ci si può illudere di consapevolizzare il sentire, l’esserci attraverso il dolore, la nudità, la più profonda e dolorosa umiltà, mettendo tutto e tutti in discussione senza tentennamenti, reticenze, perdoni. Sandor Márai scrive :“Siamo ciò su cui manteniamo il silenzio”. Le braci

il 14/01/2020 alle 12:02

il conosci te stesso credo sia stato influenzato dalla superstizione psicoanalitica in voga da due secoli...il "conosci te stesso" greco, o egizio, non implicava credo nulla di razionale, non credo che gli antichi avessero fiducia nella ragione così come la intendiamo oggi...forse ha parecchio a che fare col consapevolizzare il sentire, ossia quello che tu hai detto, ma non solo….ciao

il 14/01/2020 alle 13:22