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Pubblicata il 09/01/2020
Non so perché la chiamassero Orlandina
era bella, ma non era certamente piccolina
era una bella signora più alta delle altre
robusta, sempre molto curata e inoltre

aveva la sua casa proprio sulla piazza
con un lungo balcone dove, fin da ragazza,
lei si affacciava per essere ammirata
da tutti quelli che passavano per la strada

“La fanatica” le dicevano per soprannome
e infatti lei si vantava in continuazione
della sua bella abitazione in zona centrale
e di tutte le sue cose in modo principale

io l’ho conosciuta quando era già anziana
e ancora ricordo quella sua aria da matrona
dicevano che non andava d’accordo con nessuno
neanche con i suoi figli, e ne aveva più di uno

mi raccontò allora, come raccontava a tutti
che teneva alle buone maniere e ai belli aspetti
e si era già preparata l’abito scuro apposta
da indossare per quando sarebbe morta

un vestito molto bello, nero e ricamato
calze in tinta e, come tocco raffinato
una lunga stola di merletto nero di pizzo
per coprire il capo che scendesse per un pezzo

fin oltre le mani giunte, fin sopra la pancia
nel descriverlo aveva un sorriso sulla guancia.
un giorno si sentì molto male all’improvviso
fu portata all’ospedale a lei così tanto inviso

per fortuna soffrì poco, morì in un momento
ma da sola, senza alcun figlio o parente accanto
così nessuno portò all’agenzia il vestito prescelto
e lei finì in scadente tailleur blù e a capo scoperto.
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Quello che nella vita si semina....al tramonto si raccoglie....piacevole lettura.

il 10/01/2020 alle 12:03

Un'interessante parabola sulla classifica delle priorità che viene sconfessata dalla morte.

il 10/01/2020 alle 12:29