Mi sono masticata a lungo questa sera.
mi sono consumata come una statua di cera.
mi sono inghiottita come fossi saliva.
mi sono massacrata fino a farmi benzina
e a darmi fuoco.
il letto è bruciato di cuore spezzato,
il letto s'è fatto un rogo affamato
e il mio volto è restato al di sopra ad ordinare le fiamme,
a farle cantare di spalle come coro di donne annoiate...
ed ora che è l'alba
ho la pelle scialba.
un'aria scarna di vapore che entra nelle gole e soffoca forte:
questo è quello che sento.
apro la finestra e non mi spavento del vento che sfonda le mie ossa.
mi sono vomitata per ore nella fossa
ed ora che mi splende il sole sul petto,
ho poco da dire e niente di detto.
il mio tetto è scappato,
il volto è restato spaccato dal fumo incocciato,
e mi è rimasta solamente la parte che odio di me:
quella assente.
mi sono masticata a lungo questa sera
per non digerire niente.
mi sono andata di traverso,
mi sono vomitata sul ventre
e non ho assorbito né gente né mito di me né niente.
mi sono consumata inutilmente.
mi sono pensata come deficiente
e la mente s'è come bruciata.
ora sono danneggiata e scomposta,
sono più sola e disposta a morire.
finora non ho avuto che prove di morte,
di porte sbattute, di botte pacate, di rozze carezze annoiate...
e non voglio più perdere scoglio.
non voglio più vivere a mollo in quest'acqua acida che mi leviga sempre più indifferente
oppure tagliente e tagliata.
preferisco lasciare questa piscina fangosa ed andare lontano
o morire al più presto.
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