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Pubblicata il 07/12/2019
canto ad assisi

attraverso Assisi mi sono perso nel mio canto con l’ali attaccate dietro la schiena in una mesta verità . Saltello nell’antro di un convento, eremita annego nel mio sognare ad occhi aperti . Oh la morte mi ha seguito e mi ha condotto per mano verso l’ossesso del mio tempo , trascorso nel caso insolito nel generare la forma che avulsa permane si perde nell’ora meno propizia. Fui solo all’inizio di un viaggio per rime, fermo sulle sponde di un lago ove i morti con l’ali , svolazzano, impazzano fanno finta di nulla . Tutto è reale come il carpo della ragione , come la morte a cavallo in una notte feconda come le varie risposte date , senza senso a questo vivere bislacco.
e cerco nel mio dire per miti e dilemmi un armonia sagace, condita con sale, pepe, sugo di salsiccia poi rosolata sulla brace ardente . La mente si perde in luoghi remoti nelle memorie , assopite nel senso di ciò che sono divenuto. E non credo sia giusto dover tanto soffrire ancora, pensare d’essere la giusta soluzione ad un amore banale. Son venticinque mi dice mia moglie . Venticinque anni di matrimonio un mare piatto ove spesso sono annegato nella monotonia ,montagne di poesie . Tanti racconti , rime bislacche , incomprensioni epifaniche . E pure l’amore mi tenta ancora, mi tiene per mano . Io più vecchio come l’orologio a cucù che segna l’ora raminga , nella pia ragione. Io vivo e rinasco , cresco nel senso di essere un drago dalle nove teste. E continuo a combattere i miei mostri nati dalle mie paure.

la bellezza antica è una sfinge, divora il dubbio in sé , lo cela nella sacca uterina , morente eremita , figlia dell’illecita lussuria. Travasata del caso clinico, tutto risolve, tutto giustifica come il superbo esibirsi nel teatro antico . Come Pulcinella sono chiamato a pagare le tasse . In un giorno di festa . Andai oltre questo mio dire , nei secoli passati Andai attraverso l’amore navigando nel mare della vergogna come una carogna nell’ardore generante un senso interiore. Tutto m’inquieta come la pazzia , l'ebbrezza lo stare a tre passi da mio domani . Ed ogni cosa scorre , mi trasporta nella follia della razionalità. Non so se tutto e l’incontrario di questa vita mia, quali considerazioni plausibili , debba inventarmi ancora per essere felice. La sera è dolce . Le strade sono leggermente illuminate. Luccicano nel cuore degli uomini . Palpitano nel corpo di questo tenero globale natale . Siamo quasi a natale. La slitta di babbo natale parcheggiata fuori al bar. Alcuni babbi natali , bevono , scolano bottiglie di vino per dimenticare un amore ballerino rosso , verde figlio della loro malinconia. Cosi quando saremo sotto un cielo stellato su di un presepe ideale. Io sarò ad un passo dall'amore coniugale. E sono venticinque anni . Passati nel bene e nel male , con il frutto di questo amore , io vivo felice e mi seggo nel cuore della notte , luccico come una lampadina rossa fuori una grotta. E la mucca suona la chitarra mentre l’asino canta la sua canzone. Un triste blues , risuona nell’aria fredda di dicembre ,lungo il cammino di un fratello giunto da Gerusalemme. Con ardore regalo il mio mondo, ed il giudizio di un dio morto per amore .

sono passati tanti anni , quanta acqua è passata sotto questo ponte Tutto il male , elevato all’ennesima potenza, all’azione giusta o ingiusta io vivo la mia vita . E sono questo ed altro , sono l’asino e la mucca , sono il pargolo nella mangiatoia. Sono Maria e Giuseppe sono la rinascita . ii natale che verrà, sono i tanti natali passati. E l’amore mi ha condotto sul monte delle pie illusione, nella pietà e nella carità. In groppa ad cammello per terre desolate , attraverso deserti pragmatici , esilaranti , estremi tentativi di vivere una vita aldilà del bene e del male. Elevandomi dalla morte nell'ore meno dure io canto. Alzare il calice non ha significato, forma inferiore a questo soffrire . Rido ed oltre vado , narrando la mia triste storia. Venticinque anni , tanti ricordi , tante viti, tante morte divenute un unica morte ,un solo corpo, una sola vita. Tutto scorre, nell’ignaro essere , io e voi , io e tu , figlio e padre dello stesso padre celeste.

quando ho provato a volare ho sorriso a me stesso, quando ho compreso il mio morire nell’amore , ho compreso il tutto la forma della vita nella programmata estetica , cheta figlia della logica di mezzo. Ed ho annunciato il mio amore al mondo intero la mia voglia di credere . Ho professato il falso ed il bene , per un umanità redenta. Io sono qui dopo venticinque insieme alla mia compagna di vita insieme ai mie figli , insieme al mio cane nella notte tenera di un natale con l’ali spiegate nel cielo d’assisi. Fermo sul davanzale nella bella canzone che canterò al mondo intero. Quando tutto sarà finito. Ripercorrerò il mio tragitto , la mia genealogia, la logica insita nel peccato commesso. Sono incapace di odiare, di dire, il dato è tratto. Il fiume trasporta tanti corpi decomposti , li conduce verso il mare delle comuni memorie. E l’amore ricorda ha due teste e tre piedi sa camminare all’indietro. Prego dentro una grotta , con le mani giunte nel peccato. Ed sangue innocente bagna la notte in cui viviamo l’amore consumato in fretta.

sono felice di essere giunto qui ai piedi di una croce lignea .
ai piedi tuoi santo tra i santi canto il l’amore provato .
frutto di un piccolo albero appassito dentro un vaso di terracotta
e vedrò il mio amore volare nel cielo d’assisi
starò a guardarti mentre parli con i morti
sei un fesso non sai cosa significa amare
credevo di dover bere un solo bicchiere di vino
e bello vivere alla giornata
sono tornato dall’Egitto
hai fatto un bel giro
certo tutto a piedi
ho viaggiato tanto per ritornare a vivere
io la gioia lo vista cadere dal cielo
eravamo d’accordo che ci saremmo incontrati
ero certo delle tue idee
non farmi pentire di quello che ti ho detto
non facciamo i bigotti
domani compro un scatola di biscotti
che grazioso
non aprire le tendine
sono fuori al balcone
assisi illuminata
sono ad un passo dal cadere
io ad entrare in paradiso
non chiudete quella porta
fate presto o sarà troppo tardi
bello , chi lo ha detto
non era nei miei programmi
an vedi come è gaio
sa il fatto suo
quanto s’impegna fa le cose serie
siamo fatti di carne ed ossa
chi è senza peccato, scagli la prima pietra
gigetto per favore non tirare la coda al gatto.
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C'è un'irruenza poetica forte e (forse) un po' scoordinata, ma c'è! Ti ho letto con partecipazione.

il 07/12/2019 alle 21:44

Grande voglia di esprimersi e raccontare in questa ansia qualche imprecisione e derapata verbale ... intensa. Gradevole incontro di lettura!

il 07/12/2019 alle 23:45

Intensa ma troppo lunga.. É più un racconto

il 08/12/2019 alle 05:35