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Pubblicata il 18/11/2019
Nascendo la grande arteria
dalla parte più alta
del ventricolo manco del cuore
con un principio grande, tondo e duro
genera un ramo assai grande
che fattosi doppio
insinua una fronda
nell'uno e nell'altro lato del cuore
come fosse compagna
e marito delle vene
che la cingono intorno.
Forando poi le tele
la più grossa scende all'ingiù
e l'altra monta all'insù
spargendo rami continuamente.
Oltre questo
la grande cammina innanzi
torcendosi verso la gamba dritta
fino ad arrivar vicino all'ascella,
dove manda un'infiorescenza alta
a quella di destra, poi,
avanti che esca dal petto,
si divide in quattro iugulari
che rampicano per il collo
sù verso la testa.
Infine le radici
scendono ai polmoni
e da quelli alitano nel cuore
l'aere preparato
con buona copia di sangue
per la generazione
degli spiriti vitali.
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un testo di grande respiro, ricorda le descrizioni del corpo umano del grande Paracelso..piaciutissima

il 18/11/2019 alle 14:56

grazie Arturo, l'argomento in effetti è particolare e poco si adatta ai gusti correnti: pane, amore e fantasia (con ampio corredo di languidi sospiri)

il 18/11/2019 alle 15:26

Medico della poesia o poeta della medicina? Uno sguardo meravigliato che dalla geometria conduce alla vita, al suo cammino rosso, al profumo dell'universo.

il 19/11/2019 alle 07:07

esatto Vincent, un percorso rosso

il 19/11/2019 alle 09:55

Come moderno Linneo, hai tratteggiato lo sviluppo delle arterie in modo elegantissimo e consono alla lingua dei grandi botanici del '700. Esercizio di stile o c'è di più?

il 19/11/2019 alle 16:37

nella forma spero ci sia anche un pò di sostanza, quindi caro Erot Nella forma si dice ci sia anche la sostanza, quindi Eriot, nei miei intenti ci dovrebbe essere anche qualcosa di più.

il 19/11/2019 alle 17:00

Certo, l'ho visto, la mia era una domanda retorica. Ma è talmente nuova (per me) questa lettura "botanica" del corpo umano che mi chiedevo quale fosse l'obiettivo che l'ha stimolata.

il 19/11/2019 alle 17:37

Il "De Humani Corporis Fabrica" del Vesalio (1543) è la prima pubblicazione anatomica mondata dagli errori galenici. Il sistema arterioso, nelle splendide incisioni del Calcar, appare come un'infiorescenza botanica. Questo mi ha inizialmente ispirato, ma devo confessare pubblicamente che la mia descrizione anatomica dei vasi si riferisce a quella del cavallo! Nota: nel mio commento precedente c'è un evidente refuso, un involontario raddoppiamento di frase. Ah gli occhi!! Non è escluso che in una mia prossima, sempre di anatomia comparata, non venga descritta la vista. Un caro saluto.

il 19/11/2019 alle 19:01