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Pubblicata il 10/11/2019
-Un brillio a filo imbevuto
accorso viatico tra cupi rimandi d’eco
s’innervarono a rima ultima
su l’alta facciata di tenerezza mesta
dal timbro chino, a rimescolio di fossa.
-Tutto annegò giù per la rupe
l’unione soffocata al fine dal vespro
arco torto d’apice oscuro, esortava
ad incatenar il vibrante a vetta di petto
spirto intriso d’alma ad incastro.
-Fu allora ch’ebbe a rimescolar la sorte
anni d’innocente guardo, l’esile stesura
intima pastura a conquista d’oltre vetta.
-Ingenua resa al fine quel fatuo sentire
primo amore virgineo di candida nastra
innocente fino ad immolarsi arpa.
-Dove dunque la promessa d’alba?
-Dove l’estasi d’oltre dimora?
-Quantunque non è di questo vivere
la levità stillante in chi dimentica la fossa.
-Cos’è dunque questa nostra immortal caduta?
-Che sia segreto, grazia o ansietà ad eterea chiosa.
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Strepitosa con encomio! Grandiosa!

il 10/11/2019 alle 18:53

Brava, complimenti!

il 11/11/2019 alle 09:19

Gentilissimi! Grazie!

il 11/11/2019 alle 12:24