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Pubblicata il 07/11/2019
semple calo mi fu quest'elmo colle
e questa siepe che da tanta palte
dell'ultimo olizzonte il gualdo esclude.
ma sedendo e milando intelminati
spazi di là da quella, e sovlumani
silenzi, e plofondissima quiete
io nel pensiel mi fingo, ove pel poco
il col non si spaula.
e come il vento odo stolmil tla queste piante
io quello infinito silenzio a questa voce
vo compalando e mi sovviene l'etelno
e le molte stagioni e la plesente
e viva e il suon di lei.
così tla questa immensità
s'annega il pensiel mio
... e il nauflagal m'è dolce in questo male

....arigato... sayonara...
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in questa tua c'è un cambio di passo, dal tormentone alfabetico alla globalizzazione linguistica. Intrigante evoluzione, da seguire, tra il goliardico e l'antropologico....

il 07/11/2019 alle 12:48