Maligna è questa morte
che scolora giù dal vetro.
non resta parola a questa frase,
deceduta come occhi raffiguranti
la dose pura di una roccia,
che respira in una primordiale freschezza.
e giù nella cava apparente
verso la sera irsuta,
il mio braccio nuota inerme nella lava
caduta come mazzi floreali al vento,
in un giorno somigliante
a un mare che sembra restringersi.
oh istante immortale, tagliato
e affilato a un mondo usurato
da una ferocia infinita, fetido mastice
nel cuore in cancrena, dove sulla cima
cresce ribaltata la spiga.
ma mietuta ormai è la strada
che sparisce dimezzata in una salita,
e prima vittima è la vita,
che di sorgere da un solo giorno
si consegna appenata alla dipartita,
e poi vento e buio
- estirpata nel regno l'ultima riva
dove sconfina il cielo e il paesaggio
da cui non si fa ritorno.
da "ammessi al paesaggio" (2019, Calibano)
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