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Pubblicata il 20/10/2019
Fra le radure e fitti boschi,
il mormorio dei rivi
fa eco il fiume giù nella vallata,
come una perla ascosa
tra i proni colli,
sulla cima risuona l’amato santo,
guida e protegge il luogo,
un dì, fiorente nella valle aména.

tutto silente, rimirando attorno,
la terra è in lacrime,
l’angoscia affligge il poggio.

i campi, i pascoli e le vie
giacciono negletti,
deserta è ripudiata
la martoriata terra.

giovani ostinati,
amanti della vita
corrono senza méta
nel mondo ignoto,
sognando di ritornar felici
al proprio nido.

la gente del Fortore
con fermezza grida,
lotta, lavora e spera…
forse un dì,
ritorna fiorente
per essere guida e regina
della nostra vita…
e’ solo un sogno?
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Molto bella un verseggiare desueto ma ricco di fascino, che ci riporta al dramma continuo dell'emigrazione da tante terre.

il 20/10/2019 alle 17:56

un grido di dolore per l'abbandono dei tanti borghi bellissimi di questa povera Italia...commovente la parte finale, piena di pathos..piaciuta molto

il 20/10/2019 alle 19:03

Profonda e....meditativa.

il 23/10/2019 alle 12:48

Eriot, sono onorato per il tuo apprezzamento, Grazie!

il 27/10/2019 alle 15:21

Grazie Arturo, sia per la valutazione che per il giudizio.

il 27/10/2019 alle 15:24

gabriela ti ringrazio per il parere.

il 27/10/2019 alle 15:27