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Pubblicata il 26/02/2003
Que' tafferugli tra abeti e querce
percezione mi danno del violento scuoter d'aria
e l'involarsi de' leggeri cartacci n'è la conferma,
ulula nelle valli e brontola tra i muri il vento
scotendo i tetti e' vetri delle fenetre.

Danzano scheletri d'arbri pinti in ciel sereno
il cui sole è mero spettatore di cotanto smarrimento,
e non serve il volger guardo alla focosa sfera
per riscaldar la pelle fredda.

Da lontano la neve sulle cime de' monti scorgo
e già mi sovvien l'urlo agghiacciante
e impaurito del monte
ch'è avvolto e vinto dal candido manto.

E'l vento 'cuote la nebulosa marea
c'ardine non presta affanno né scherno,
son perigliosi quegli oscillatori movimenti
de' rami in brughiera sulla quale,
tappo cupo e pesante,
pigia l'a're in giù ne' torbi rivoli di rapide correnti
che s'attorcigliano
e s'annodano strozzando l'incolore tempera.

Ma se rivista è 'l tempo,
non puote rotar intorno a egual gorgo
in sogno a parte schivato,
or dunque segue pauroso scompiglio.

Vorrei tornar per un attimo alla lirica fanciullezza
per così
riveder la fatal qu'ete dopo l'aquazzone
che'l guazzabuglio rimesce e 'n ar'a giostra.

E cerco tra 'l vento le mie voci fanciulle
ch'al tempo registrate,
ridette e gettate tra que' rivoli
di fiumi violenti e liberi
cui mai nessuno potrà mai metter freno.

La banderuola cangia posizione,
si gira e capriola, mai ferma sta,
non per suo volere,
bensì per dispetto altrui
che schiava de' soffi fe'.

Rischi di perdere il passato
se apri l'ante a' tornadi ladri e beffardi,
il cuore lo seccherà.

Ti ammiro o vento
perché sei te stesso e fuggi ove vuoi,
scuoti i rami selvaggi
ma rispetti i muschiosi nascosti,
perché sei chiaro
e trasparente come il vetro
e freddo come il ghiaccio,
tanto che il tuo cuor
all'immenso non si spaura.

Urli potente del tuo egocentrismo,
forte se poi ti arrabbi
diventi uragano o tromba d'aria
che tutto sconvolge
e cambi con i tratti egoisti
della propria tempestosa personalità.

In te vedo uno specchio d'onde d'aria
che mi porta infra gli scogli della memoria
che come un'alta marea
le idee porta a galla e riaffonda.

E' per tutto questo
ch'io sento scorrer nelle mie vene te,
gelido vento del nord.

Ed or' zitto mi rintano in placido domicilio.
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