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Pubblicata il 17/09/2019
Errante essenza culla di bacio
ondeggi levità tra valli di tempo
il riposo in ferite silenziate di vastità
sorrette dal volo d’un casto canto.
muto il vento dispiega fragile passo
ha nell’ignoto convogliante soglio.
una gerbera neonata s’offre giaciglio
a bocca schiusa, destino al cuore
col candore svelato dal tendere
ad un sole dimentico di morire.
la musica ha in ostaggio il cuore
il segreto a sigillo, e ama mendico
il mio verso libero d’addio.
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La trovo poeticamente molto bella, anche se non ho la capacità né la presunzione di afferrarne tutto il contenuto.

il 17/09/2019 alle 21:34

Vede la poesia è come se fosse una chiave che apre una porta sull'inconfessabile, un innesco che si finge di accendere per non permettere al reale di prender fuoco, una confessione volontariamente trasfigurata per la paura di riconoscersi e dover rispondere... ora si capisce come sia oscura a volte persino a chi le dà vita ma è il sentire che in tali accadimenti salva e sul sentire che va sempre oltre il comprendere non si può mentire. La poesia va sentita e non solo compresa! Lasci a l'ego il piacere di zittirsi e al cuore l'estasi di immergersi!

il 18/09/2019 alle 00:03