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Pubblicata il 24/02/2003
Solo colei ch'agli occhi miei par donna
a oscurar riesce l'astro, sire e maestro,
che d'ogne vita si pone a colonna.
Lei, che per farsi amar m'aguzza l'estro,

lei, che la musa Tristezza m'assonna,
diventa di Cupido gran pilastro;
perle di sogni di notte mi ponna
e si mette a far al cor gran disatro.

S'Amor da dolce fonte puro sgorga,
possa funger la vita mia da letto
e 'l mio core mutarsi possa in foce.

Cosicchè lei, il cor suo gioioso porga,
diventando così da lei accetto,
sì che le nostre os diano una sol voce.
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I miei complimenti per questo sonetto che riporta alle atmosfere del romanticismo.
;-)
M'

il 24/02/2003 alle 22:43

Davvero notevole per la tua età (non che io sia tanto più vecchio...), bravo!
con simpatia
Francesco

il 25/02/2003 alle 17:10