udisti/udimmo
il grido degli oppressi.
ti raggiunse/ci raggiunse
l’odore della morte,
che in fiumi di sangue si dissetava,
scorrevano torrenti di caos ad inghiottire la Vita,
l’ordine, la convivenza tra gli umani.
nell’ora del mercato, quando pullulava
la frenesia del vivere,
il pane si intinse nel sangue del fanciullo,
la madre colpita d’inatteso sgomento,
fauci di fuoco, cavalli imbizzarriti.
grida, grida si levavano al cielo
come colonne di fumo intriso di carne arroventata,
dinanzi alla pioggia di proiettili,
inermi mani si levavano al cielo quasi a fermare imprevista mattanza.
teste di uomini e bestie rotolavano tra le macerie,
urla di vecchi e bambini stridevano con le voci stridule,
strozzate nella faringe,
solo una madre leva un nitrito d’altissimo suono infuocato,
un fiume lavico di dolore incompreso,
tutto fu fatto per sterminare le mura della tua Città
di pace e silenzi sonori,
attraversata fino ad all’ora da un torrente quieto.
ti descrisse l’artista facendo appello
all’eco d’inchiostro che pervenne
fino al padiglione del suo orecchio/cuore.
fin laggiù giunsero le voci dei disperati,
il fumo della falce che si abbatté furiosa di odio,
immensa falce, che non falciò grano di speranza
ma ti condannò alla fine senz’appello.
poi venne un uomo con strumenti policromi,
venne a te come pellegrino d’amore, altra falce sguainò,
altra arma e senza colpo ferire ti riedificò
su fondamenta azzurre, ti alitò un velo di colore
che ti ridiede la vita in pochi metri di tela,
e nessuno da allora potrà scalfire la tua identità immortale
che altri vanamente gettarono
nel baratro di caos senza fine.
guernìca vive in un perimetro d'Amore.
- Attualmente 3.42857/5 meriti.
3,4/5 meriti (7 voti)