L’estate è giunta alla fine.
seduta sull’orlo degli eventi
piego il capo di lato
e scruto ciò che avviene
dentro e fuori di me.
impenetrabile è il lato oscuro
delle cose future\
che non oso immaginare,
guardando i volti.
sarà ripetizione inesorabile
di ciò che sempre è avvenuto,
o ci sarà qualcuno a scuotere
coscienze per non ripetere
follie, errori, egoismi e poteri?
sarà follia che s’addensa spessa
nelle menti e nei corpi
o morbida luna, che apre uno squarcio
fra le nubi e ristora la sete
delle anime ancora immuni?
il mio nemico, il Tempo.
le pupille dilatate nelle Sue.
ciò che non vedrò
ed è forse meglio.
il Tempo, il mio amante, sornione,
che precede gli eventi,
che non ha dimensione,
che indica con l’artiglio
incuneato nelle ore
la soglia immobile,
e la rosa che sboccia: l’ultima.
piego il capo di lato.
nel buio dell’infinito
non riesco a vedere
ciò che è fuori di me.
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