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Pubblicata il 21/08/2019
Salivamo,
nel pallido argento degli olivi
assaporando
il piacere della vita.

salivamo,
tra schegge di luce
nel caldo contrappunto
d'allegre cicale.

il fior di finocchio
scioglieva una dolce fragranza
all'alito fresco del mare
sull'allegro tinnire
di foglie d'argento.

disseminati a tratti,
quasi greggi sparsi tra pietraie,
bianchi casolari sopiti nel silenzio.

quanto inebriante
saliva l'odore di terra riarsa
baciata dal vento.

o mia desiderata
a lungo sognata lontananza,
salsedine di sole
cantavi sul lento riflesso dell'onda,
un coro sommesso
da luoghi lontani.

felicità
d'estati senza fine,
chi mai coglierà ancora per me,
quel fior di finocchio odoroso?

allora ne avevo fatte bracciate,
per scendere lungo
la viottola bianca
ad incontrare l'amore.

era quello il tempo
dell'imprudente felicità.
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