Mi scrocchia nelle tempie questo mare che avanza
una luna ribelle mi strappa sulla faccia un sorriso
il mio piede è un fallito sforzo di vita che costante
respira ed incalza
mi urta le orecchie questa fronda che scroscia
un'agave potente mi afferra la fronte
si fa mito
il mio collo è un ripido salto di forze che
costanti
soffiano e tirano
sono una brace incandescente che lentamente
si seppellisce
il mio corpo è nel ventre del mondo
che ruota e danza senza sosta
mi avvolgo sullo sfondo
mi faccio parete
e torno
nelle finestre sono atroci gli occhi
dei monti
sono feroci i suoni
dei volti
che passeggiano per la via
quel briciolo di euforia che stringono al petto
si sgretola ad ogni lancetta spezzata
abbandonata sulla strada
sto io
e chiunque mi calpesta
la mia sorte funesta
mi lascerà sola
in questa spiaggia di desolazione
la mia dura testa
grava sul corpo che non vola
in questa strada di disperazione
questa lenta violenza mi corrode feroce
mi fa marciapiede, cemento atroce
e non avanzo
stritolata fra foglie di dubbi infestanti
io non ho più il mio spazio
mi nutro di ogni avanzo lasciato
e non mi sazio
brace seppellita,
sono ormai cenere fertile che brulica nella ferita del mondo
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