Le guardo in un album invisibile.
La mia mente.
Qualche sprazzo.
Grazie al cazzo.
Di foto fisiche neanche una parvenza.
Dolori di panza per un amore mai sentito.
Che famiglia la mia: pavida parvenza di esistenza.
Ed io malato con gli occhi fissi al soffitto.
Soffritto di malefatte, vizi e diavolerie.
Ma quali Natali.
Quali compleanni e feste comandate,
solitudine e scene addolorate.
Ma sono ancora vivo e ringrazio Dio per questo.