PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/07/2019
La verità è che non so più che dire di questo mondo che mi sovrasta
È così colmo e vuoto che mi spiazza
e sono sballottata dalla tempesta estiva che non mi lascia mai il petto
figuriamoci la testa

non so più che dire di queste circostanze, di questa
vita di cui dovrei essere artefice ma che mi ostino a trattare come un bisogno trascurabile
come una realtà mascherabile di sogni che crollano senza tregua
e il mio pensiero non si dilegua
non tace

io che vorrei solo un po' di pace
mi ritrovo insonne e orribilmente pensante
ma non c'è niente di interessante,
niente di nuovo sul mio versante

e continuo a pensare che non dovrei più dire nulla
perché non so più cosa dovrei fare
o dire
o pensare
non c'è niente da capire
perché tanto non capisco
mi ferisco di domande mai soddisfatte
e subisco le risposte mai esatte
patisco per le comparse fatte
da me nella mia vita

ricomincio ogni volta una salita che poi è la stessa ed è interminabile
giungo in cima alla vetta e mi accorgo che è soltanto una pianura instabile
un vuoto incolmabile

dovrei vivere senza domande perché so già che è la tensione alla razione la mia rovina
ma non smetto di ragionare, china,
non smetto di mettere in vetrina il poco sale trovato come un bene avariato
per poi mangiarmene le mani,
divorarle come cioccolato

sono attrice della vita che ho
amante di quella che mi circonda
ma sempre insoddisfatta di quest' onda che sbatte costante sul mio scoglio di petto

e non trovo risposte alle mie domande
ogni giorno mi butto di getto nella vita ansante ma sbaglio e mi mento e mi fingo altro e altro ancora
e mi allontano
mi alieno

e ora
che so
io non so più che dire di me
del mio mondo che mi sovrasta
del mio fuoco che mi incastra le membra
e la faccia
nel vento insaziabile estivo

la bufera mi porta con sé
trovo un po' di compagnia nella Solitudine che
sempre mi accompagna
ma non ho consolazione
perché, seppur arresa, cerco costantemente una soluzione al male

È forse questo il problema?
cercare cercare cercare
sapendo già di non poter capire?

vorrei potermi abbandonare a ciò che mi circonda
scordarmi della mia esistenza
custodirla come un' incatturabile vagabonda
cavalcare iraconda il toro che mi incorna le frasche
spero imparerò a lucidare l'oro che ho nelle tasche
perché per ora
l'unica cosa che sento
È che mi appesantisce

e mi alliscia al terreno
come verme osceno
inerme e immaturo

potrei morire prima di diventare farfalla
e ho l'ansia che la crisalide in gabbia si schiuda
e non possa farsi Rivolta
ma devo salire scalini di sabbia
ogni volta
e rischiare

il mio piede è spaesato
il mio petto è mangiato da un corvo
affamato di
verità
e non ho libertà di essere
perché non so più che dire
non so più che pensare
penso troppo di essere e mi scordo di vivere
il tempo che passa tagliente
e mi squarcia
infame
fatico a distinguere il reale

e mi perdo lontana
nel mio dannatissimo mare
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Intensa ma troppo lunga, per me la poesia deve essere più breve

il 29/07/2019 alle 06:31

Bella, sincera, ma prolissa. Tra tante parole il pathos si disperde. Prova a rileggere la Pioggia nel pineto di D'Annunzio. La prima parte è stupenda, poi leggi e leggi e finisci nella noia.

il 29/07/2019 alle 11:48