fosse solo per quei cespugli di capperi abbarbicati alle pareti antiche di qualche casa abbandonata…come succede a me, quando passo da quella strada e mi sento chiamare da quelle mura,,e alzo gli occhi per rispondere a quel richiamo seducente…e mi risponde un fiore abbagliante di semplicità…e sento che vale ancora la pena vivere fosse solo per un fiore che mi chiama…
ho innaffiato muretti a secco di musica e parole, vi ho riversato sguardi rugiadosi per abbeverare il ramarro ubriaco di sole, ho sparso sulle mia amate colline le mia parole a brandelli, come mantelli per riparare le spalle della luna dagli improvvisi sbuffi di libeccio…
ma resto qui, a vivere i giorni senza partire mai per nessun luogo
nutrendo l’anima mia contadina ,morsicando il ramo dolce della nostalgia
stringendo nei miei pugni l’ultimo grano da lasciare in eredità all’ultimo contadino che lo vorra’ per seminarlo in terre di cui non conosco il nome
quando sarà irrimediabile l’avanzata di una pagnotta di plastica…
quando il mare sarà orfano di delfini
e le terre di zolle dissodate.
quando il rosa dei peschi si aggrapperà esule
ai cespugli di gemme e di aspettative future
io testarda inalando dimenticati profumi
ancora transito da queste amate strade,
da questi campi passo di notte
a sorvegliare il campo di mio padre…
il pozzo e sempre là..
la carrucola e il secchio dondolano ancora,
stancamente,
ma se ascolti
si odono ancora le risate cristalline delle mie sorelle..
le mie arrivavano sempre in differita…
come se vivessi in un altro luogo,
come vivessi una diversa vita.
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