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Pubblicata il 01/07/2019
-A stasi s’inclina resa
la piccola ombra d’appartenenza
balugina follia di presa.
-Dilaga in sua stessa natura
morsa alla fede la nausea.
-L’idea emersa a febbre d’intesa
ora scorre al vivente, dispiega frullii
dal ginepro fiorito ad armonici intrecci
di bocche di rose intarsiate robinie
audaci messe di convegni astrali
nel campo mentale riarso di soli
al tramonto dai miti rossori.
-Attonito lo spettro conduce
l’occhio a leggerezze di luce
strappi di lampi motori ad assenza
narrante oblii d’antichi cuori
ove riposano i veri amori.
-Torri morali rilucono vampe
anafore di laconiche sette
narranti disarmi della ragione
lungo pendii che edificano il letto
di te in me a lingua di netto .
-Purificano tarli, ideali diaframmi
i sacri gesti, gli unici istanti
slittanti febbri in suadenti sensi.
-Crea angoli ciechi il cuore
costeggia brogli di lucore
sul fondo indugiante l’ultimo abbaglio
fin sul nume del sacro voglio.
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