-Larvale singhiozzo l’alba piove
quel che fu notturno stilla atollo
pistillo ove limitar sogno argenteo
in sogno, sottilissimo filar d’aureo
sghembo rimescolio l’oblio assenso
al tempo, tempio di radici a memento.
-E noi in quel giunger privi, anime nude,
aeree ninfee di stupore diverremo isole
mistiche corone l’una a l’altra avvolte.
-Duole in sì fatte ore rinnegare il cuore
a malasorte simile a fiore nel suo pudore.
-L’immagine tintinna lingue serafiche
vorticando pupille avvinghiate psiche
divenute ora risonanze d’infinito silo,
ora silente alveare in chi rima al cielo
solitario cosmo, a cuore muto.
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