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Pubblicata il 30/04/2019
L’inizio del vivifico brulicare dei nidi,
risuona dei pigolii appena usciti ,
mentre splendono gli schiocchi dei merli
le modulazioni delle cincie, il cra cra dei corvi
il severo chioccolare delle gazze, il ritroso cinguettio del passero
con l’intercalare del suadente tubare di tortore,
risuonano sonori, si intrecciano alle infiorite primizie dei giardini;
sinfonia per becchi e piume, calpestio di lucertole e boccoli aulenti.

di quando in quando pare che questa partitura si adagi
in un ,impettito dispiegato canto in assolo
gli altri cantori con sussiego si trattengono nell’ascoltare
una melodia sottile e maestosa nello svolgersi
su di una partitura così perfetta che è di la dal venir scritta
preziosa di inflessioni e accenti , pause e crescendi..

potessimo intenderne il loro linguaggio, comprendere,
per noi che siamo abituati a sentire anzichè ascoltare,
potremmo intuire lo slancio la passione la dedizione e cura
che’l maschio regala, promette e reclama alla femmina
non una a caso, quella sola che saprà intenderlo,
seguirlo per la danza di questa stagione dischiusa,
e ad ognuna di quelle a venire in cui regalerà il canto
nuovo ogni volta, di una usata grazia.
per il loro adesso nel sempre di ogni primavera
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3,8/5 meriti (6 voti)

Splendido testo, riccamente verseggiato!

il 30/04/2019 alle 12:34

sempre bravo e intelligente...ciao Giorgio

il 30/04/2019 alle 12:43

Il Maestro non puo' che omaggiarci dei suoi capolavori ,sembre in gamba Proncipa'

il 30/04/2019 alle 15:30

Pardon----Principa'

il 30/04/2019 alle 15:31

La parte iniziale e quella centrale hanno il loro peso, ma è da quel “potessimo intendere” in poi che, a mio parere, prende corpo quello che potrebbe essere il fulcro di un un “modus vivendi” a cui l’essere umano può attingere nel migliore dei modi. Se potessimo capire che lo slancio, la passione, la dedizione e la cura possono non avere la portata di un’eternità ma quella di un “adesso” che per l’estrema sincerità in cui sono offerti hanno la valenza del per sempre, sarebbe godere al meglio e nel modo più naturale di ciò che la vita offre. Una grazia usata, si, forse, ma preziosa, sottile e maestosa, perfetta, se non fossimo esseri umani a cui purtroppo la meraviglia dell’oggi sfugge nell’inseguire la chimera del domani.

il 30/04/2019 alle 18:09

Sono contento Graced che i versi siano stati apprezzati. A rileggerci.

il 06/05/2019 alle 12:25

Arturo/Giorgio, ci ritorviamo da tempo in questo luogo, non assiduamente vero, ma avverto che il ritrovarsi è per entrambi arricchimento, interesse, stima. Ciao !

il 06/05/2019 alle 12:26

Gpaolocci, sempre spumaggiante il tuo eloquio, e sempre gratificante, Grazie,

il 06/05/2019 alle 12:28

bravo! :-)

il 07/05/2019 alle 17:42

Mercì, Cangio.

il 10/05/2019 alle 15:19

Le tue considerazioni, Arlette, mettono in risalto alcuni passaggi chiave del testo, segno di una lettura attenta e critica. Le tematiche dell'adesso del sempre dell'oggi e del domani, la propensione a declinarli ciasuno nella maniera o modo che le proprie esperienze e la contingenza portano a fare sono temi che costituiscono combustibile e comburente dello scrivere. Ti ringrazio di avermi fatto rileggere lo scritto in una rifrangenza, quella tua, diversa.

il 10/05/2019 alle 16:03

Un inno alla natura nel regno dei "piumati augelli" ..una sinfonia che allieta l'aria..una profonda riflessione finale..penso al De rerum natura di Lucrezio. Complimenti ggc(rusticus)

il 27/05/2019 alle 16:19

Grazie Rusticus per la tua attenta e partecipe lettura, che arricchisce i versi.

il 11/06/2019 alle 13:24