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Pubblicata il 16/04/2019
Penetrati di slancio
all'istante sprofondammo
in scatolette di hot tuna e thè
sversati di recente su foglie di menta.
Come tori che si estinguono sulla spada
così vi trovammo addormentati,
imbricati in logore stuoie,
e questa incolmabile distanza
che ora sa di miele, sversa stille
sull'ultima ambra di sole
e l'inerzia adesso è vostra radice,
radice di pianta tronca.
Le leghe al vanadio non reggono
e gli schianti lasciano testimonianze di crepe
ancora leggibili sulle vostre labbra.
C'è molta calce nel cielo senz'aria
per occhi non desti e mascelle alienate,
per parole ultime raggelate.
A voi, cuccioli di iena,
adesso esposti alla notte
e prossimi alle fauci del coccodrillo,
vi sia di conforto
che Qualcuno o Qualcosa
prima o poi frantumerà l'arco
e spezzerà la lancia,
bruciando i carri nel fuoco.

Faya Largeau, agosto 1987
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