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Pubblicata il 17/02/2003
Eppure erano sacri i loro corpi di burro
distesi in una certa assurdita'
pronti ad entrare nelle tele bianche
con i pennelli esplosi di acrilico.

E c'era tra di loro come un consenso
in quel tempio dell'impudicizia
per un amore sconveniente
totale
di pelle
e spessore di seta dei capelli

Lui conosceva i loro nomi
ma le chiamava come tubetti di colore
magenta
giallo cromo
bianco
nero.
Le amava tutte
come si amano le idee
ne' piu' ne' meno
alla stregua di un vizio perfetto.

E come un principio educatore regolarmente applicato
andavo a guardare nello studio del pittore
con uno sguardo ancora pulito
per credere di piu' alle fate
alle ninfe dei boschi
agli spiriti delle notti.
Delle notti di un pittore.
Le notti di mio padre.
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bella bellissima ... molto dolorosa

un abbraccio
Cristiana

il 17/02/2003 alle 13:35

Grande e bellissima poesia...molto forte e nel contempo delicata!..da vero artista..
un saluto caro
albachiara

il 17/02/2003 alle 13:43

E anche questa è un'altra grandissima lirica. In quella che ho commentato poco fa c'era sapore di teatro, qua si parla di pittura... teatro, pittura. Due dei miei amori. complimenti davvero. Un saluto.
Michele

il 17/02/2003 alle 17:49