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Pubblicata il 14/03/2019
Ecco, l’hai fatto, e ti sei sentito un Dio
con le tue forti mani hai stretto come un cerchio
la sua gola bianca, inerme e stanca,
non è più passata aria e ora manca

ogni accenno di vita nel suo corpo
l’occhio sbarrato dello sguardo è orbo
le sue mani strette, convulse sui tuoi avambracci
sono ora aperte come sciolti lacci.

e’ morta…e ora giace
privata della parola così salace,
privata della volontà di andare via
lontana da te per tutta la vita.

che potere immenso nelle tue mani
l’hai stroncata nel fiore dei suoi anni
le hai tolto il bene più prezioso
maltrattarla era troppo poco, faticoso

e non ti sei accorto, povero stolto
che in quel momento solo tu sei morto!
hai privato di colpo la tua anima travagliata
del solo amore che l’avrebbe salvata

ora l’anima di lei, splendente
liberata da un corpo greve e deludente
È nell’immensità del Creatore
incantata nella pace e nell’amore

non tornerà a tormentarti come una spettra
la beatitudine non pensa alla vendetta,
tu, da solo, ti torcerai nei tuoi rimorsi
non ci sarà più lei a condividere i trascorsi

né un’altra potrà mai riempire più quel vuoto
anche in compagnia sarai per sempre solo
per quanto tu ti affannerai a rivivere
quel nero vuoto non riuscirai mai più a sconfiggere.
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"Che potere immenso nelle mani", quello di annullare la vita altrui e la propria. C'è però un altro potere che annienta più drammaticamente ed è quello di coloro che sono preposti a giudicare quelle mani. L'essere umano è un enigma in ogni sua espressione.

il 14/03/2019 alle 15:04

Buongiorno Petrina. Con questo mio intervento intendevo dare un parere sul potere dei giudici che talvolta emettono, su un femminicidio, dei verdetti improbabili come una riduzione della pena per "attenuanti" che di tenue non hanno nulla, sottolineando la profondità dei tuoi versi e solidarizzando con le tue parole. Mi spiace se non sono stata chiara e te ne chiedo scusa, ho caro il rispetto per gli altri, qui e altrove. Un saluto.

il 17/03/2019 alle 14:55