mancava la corrente
mentre nevicava
e guardavo fuori
a lume di candela
dai vetri sull’orto
poi tornavo alle tue mani
sulla madia
che impastavano
biscotti
allora
c’era pace nel cuore
oggi
torno in periferia
nelle stanze d’ operai
cassaintegrati
dove
ascolto
discorsi d’europa
e ragioni di crisi
senza confini
altri padroni
chiedono ai popoli
di stringere la cinghia
la povera gente risponde al bastone
con il mutuo impasta speranze
e vivaddio
siamo cittadini del mondo
globalizzato
ma senza pace
mi rivolto nel letto
pensando ai figli
disoccupati
senza futuro
mentre guardo fuori
di notte
palazzi in fila
di povera gente
che dorme da sempre
e qualcuno disegna
nell’ombra
una stella
a cinque punte
di sangue
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