Ti vedo
nella bambina seduta all'indiana
sotto il mandorlo longevo e fenicio
provato ma non sottomesso
dalla brina tardiva.
Ti sento
nell'immobile attesa del falco
stagliato contro l'alta falesia
chiara la fronte e vigile l'occhio
al pasto che arriva dal mare.
Ti abito
nella tua dimora d'altura
jana evanescente e luminosa
perfida strega o splendida fata
sepolta in altri tempi e altre vite.
Ti riconosco
fuori dal tuo primo sepolcro
donna, figlia e madre indiscussa
coscienza intima e profonda
del primitivo matriarcale potere.
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