Alita leggero, tiepido e dolce come zucchero filato, il vento;
negli occhi la luce par placcare il mare d’ oro rosso e rifulge,
milioni di riflessi baluginanti oltre le ciglia socchiuse brillano
come gocce preziose e lucenti di un pianto luminoso e felice.
respiro odor di sale alghe e scogli, le braccia allargate
aperte e protese verso l’ultimo sole, ad invocar la vita.
bevo avido a lunghi sorsi l’arancio dei bagliori avanti che
il crepuscolo li cancelli e apparecchi il cielo per la sera.
improvviso un brivido mi sferza… svanito è il giorno;
sogguardo l’acqua buia scendere e salire e m’impauro.
sul fondo la spiaggia pare una macchia remota e scura,
è ora di andare, richiamo il coraggio, un passo e mi butto.
come l’abbraccio di un’anima annegata l’acqua mi accoglie
con membra fredde e pesanti, qualcosa mi sfiora sinuosa e molle.
scalcio e urlo gridando per scacciare il terrore antico del profondo,
falena di mare cieca e impazzita, nuoto sbattendo le braccia.
convulso col cuore a tamburo rialzo la testa a cercar respiro
non vedo, son perso, strizzo e dardeggio gli occhi oltre il nero.
il buio non più così buio si staglia di luci, si odono voci… ora tocco.
arranco stanco sulla sabbia e sfinito, fin oltre la risacca, poi mi volgo.
l’oro è mutato in argento, la notte e chiara, pace intorno.
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