Io so
che t'amo:
l'intimo conflitto
che il mio vagar
convulsamente afferra
e l'anima sconvolge
e crudamente
ogni mia fibra incide,
ogni pensiero:
pressante, inalienabile:
e sul mio
sparuto cranio
mai discosta
il ferreo assillo,
conturbante
con testardi morsi:
e s'offuscan gli occhi
d'un deserto squallore,
rimbalzando
contro neri marosi
e sfuma,
seppellendo il mito
d'un ideale puro,
per cui tu
mi sei destino
e palpito e languire ...
dove, non so:
forse lontano, o qui:
vicino a me, tu...
passa sul tuo ventre
la squallida
carezza d'un amore
inerte e prezzolato:
e mi dilania,
rapace e acuta,
l'unghia dell'inganno.