PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 11/12/2018
Dolce amata
già la nebbia
con tenui filamenti
le chiome nostre
aureola, e
solidificando
al brusco gelo,
forma
stillanti ragnatele
in cui
le mille spire
avvolgono
gli urgenti sogni.

tremanti
seguitiamo ancora
a ricamare d'ignote stelle
i nostri limpidi cieli:
pavidi e invanghiti,
increduli del mondo.

le pupille
nel morbido silenzio
si dilatano
a cogliere
i profili
dei nostri corpi
stante nella penombra
che aggravia
d'armoniose sfumature.

ed
ebbri ci libriamo
nel vuoto cristallino,
e leggeri
corriamo ed assoluti
per il baluginio
di spopolato piazzali
e rioni e vie:
proiettati
in un mistico languore
in cui soavemente
il cuor s'immerge.

puri,
riammessi
nella primordiale
beata valle,
fonte dell'umano
prodigio e di speranza:
come se prima d'ora
né dolore... né tempo ...
giammai fossero esistiti...
  • Attualmente 4/5 meriti.
4,0/5 meriti (2 voti)