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Pubblicata il 01/12/2018
Spazi dissacrati,
tra il nero pestilente
e vicoli di ratti,
un’inquietudine soffocante,
anima strette e anguste strade senza uscita.
tra stanze kafkiane e folli turbinii d’immagini,
perso, vago e m’affretto alla ricerca del nulla.
L’affanno anticipa il mio passo,
anch’esso rifugge da un io decadente;
volgo a destra, una volta mi separa dall’antro d’una corte,
un gatto nero si liscia il pelo,
il suo sguardo tagliente m’annuncia d’una fine.
varcato il portone caddero le tenebre.
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Tremendamente vera e bella!

il 01/12/2018 alle 18:18