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Pubblicata il 27/11/2018
A Patmos,
giovanni infuria.
infuria e scrive, ai romani.
nella mano sinistra
tiene fiori recisi:
i suoi nemici, dello sradicamento
il ricordo furioso, dell'essere.
se non lo cogli.
l'uomo che era morto.
il padre che sorride.
noi viviamo
e moriamo su questa terra
per diritto naturale
e divino. Suo figlio.
la sua schiena, il costato.
questo miracolo dell'essere
straniero. A sè, all'altro.
nessun nemico
a cui fare appello.
rivelarsi. Entrare dentro
la casa della tartaruga
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