PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/11/2018
Ebbro,
mi dibattevo nell'oblio;
cosciente,
iddio paura m'incuteva:
e seguivo la nebbia
che annaspava
tenace e morbida
sui colli aprichi,
stupefatto e rapito
in quell'odore:
e il suo soffio era nero..

non volli più soffrire,
lo gridavo al cielo;
lo dicevo alla panchina
dei miei pensieri:
>.
e furono rimessi
i miei peccati,
viva, una luce sorse,
e ne fu pieno il mondo
e abbacinato.

il cielo azzurro
splenderà sul mare
del suo colore, lieto;
riprenderanno il moto
il vento e l'acque
e l'anima
che stettero bloccati
dalle efferrate colpe
del selvaggio
predatore del mondo.

come vorrei
rincorrere la nuova luce;
come, placata l'ansia,
spento il furor dell'odio
e delle folli ambizioni,
riprendersi per mano ...
oh, vita
rendici
l'esatto grado
delle coscienze nostre...
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (2 voti)

Molto intensa! Molto bravo, davvero!

il 27/11/2018 alle 08:09