Io sono quell'essere indifeso
che distende ali madide di pioggia
e mostra un corpo gelato dalla neve,
quasi fosse un angelo dimenticato.
ma non ho occhi innocenti
nemmeno dopo il pianto
e a volte si risveglia un drago dentro
che sputa parole di fuoco
e scaglia dardi cocenti di vendetta.
in entrambi i casi non mento.
sono sempre e comunque io.
la fata e la strega.
la formula salvifica e la maledizione.
la condanna e il perdono.
sono tutto questo nello stesso tempo.
il cacciatore e la preda.
l'arma e la ferita.
sabyr