nella stagion dove regna il gelo
e gli alberi scheletriti i nudi
rami tendono dolorosamente al cielo
su una panchina nella notte altra
nudità offre la sua alle stelle
quel povero fratello tuo quel barbone
e il dolor suo in attesa del primo
sole del mattino: notti travagliate
spesso da incubi che incutono timore
poche da rosei rassicuranti sogni
e l’insonne mente che si domanda
scossa come saranno poi all’indomani
le giornate, tu che in un caldo letto
hai dormito e spesso il problema son la
scelta dl vestito e della prima lauta
colazione di qualche affanno ricorda
non ti devi lamentare e dar sguardo
pietosa a quella nudità sulla panchina
poi far con quella d’amor condivisione
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