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Pubblicata il 09/11/2018
Il sole
resta isolato
da un manto plumbeo
di greve grigiore,
fra genocidii, dunque,
l'esistenza fragile
s'inasprisce:
ignari e stolti,
frastornati e traditi
da parvenza d'amico volti.

sacrifichino
il corpo e l'intelletto,
delirando, votati
al fine estremo,
lieti d'aver lassù,
divino eletto ,
il Dio supremo.

È il sacro motto,
di coscienza pegno,
impresso vedi
nell'ossequente
ministro suo
che l'armi asperge, indegno
benedicente.

benedicente
i mezzi dell'orrore
e le mire dei grandi
non contende
anteponendo
un Dio vendicatore,
e il male estende,

e benedice
i duchi e gerarchi,
e i vizi loro
e l'ignuda bramosia;
e l'empio sogno
che avidi monarchi,
per gelosia
delle fortune altrui
e degli onori,
ai servi impongono
dolori e stragi
prefigurando
eroi i vincitori
e poi suffragi
per i caduti;
e il muro
o la vil corda
ai renitenti.
ecco, la trepida orma
tua forzata, o soldato,
non si scorda
l'amata norma
d'un fato ch'altri calcherà:
di pace
fede... obbedienza...
intende reincarnare
il motto:
e truce uccide, pertinace:
torvo esemplare
dei più brutali istinti
che la belva stessa
rifiuta nel costume suo.
oh, umana prole,
lascia l'altra selva
e il vezzo suo...

in memoria...
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profonda , veritiera e, piacevole lettura

il 10/11/2018 alle 07:23

Poesia intensa, profonda molto bella. Sentita e apprezzata.

il 10/11/2018 alle 10:03

grazie infinite.Molto sentita, tradotta in poesia, in sentito ricordo di grandi eroi, nel visitare e percorrendo ogni sentiero e luogo della prima guerra ho sentito più volte il dolore e l'immane sofferenza di coloro che lì, tra quei confusi massi han lasciato ogni speranza...

il 11/11/2018 alle 01:03