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Pubblicata il 06/11/2018
Non era ancora asciutto il fango del diluvio
quando chiusi gli occhi sotto un tetto di foglie.

il cielo si schiuse e ne discese un sogno.
dentro il sogno appariva un’acero che mi usciva dal petto
e poi montava in cielo;
e sopra vi salivano schiere di uomini,
in basso un Re cantava
e in alto un Dio moriva.
nell’ora degli arcobaleni
sanno starci tutti i risvegli perduti.
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Molto profonda

il 06/11/2018 alle 07:35

Ancor oggi nulla é cambiato, tutti si innalzano, l'ego concquista l'umanità i sogni perduti, gli arcobaleni a ricordarci delle tempeste passate, e quel ramo d'ulivo schiacciato e bruciato da falsi profeti. Poesia molto bella che mi ha ispirato questo commento.

il 07/11/2018 alle 18:45