Rimane un avamposto deserto
dell'umanità che fummo.
e la lingua universale
che per un lungo giorno
si udì in Esperanto
colse l'ardore di intendersi
che avvicinò di ognuno, la meta.
È il primo fiato del vagito
o la nostalgia dell'esiliato
che si trasmette comprensibile
come un contagio.
ma i passi l'un l'altro
trascinano una genesi imperfetta
che non vedrà resurrezione.
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