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Pubblicata il 26/10/2018
Tra fremiti selvaggi
acuti, immoti fragori:
all'improvviso
il silenzio..

libero,
spirato era
il lembo del mio male;
forse..questa ignobile
mia vita?
vidi
mia madre al capezzale:
la guardavo senza emozione,
senza meraviglia..
..non capivo ..

libero!...
sentivo un fruscio
sottile di cipressi;
un fiume
che cercava il mare,
inesistente
in un immenso piano.

la mia marmorea lapide,
si ergeva
tra il fitto della nebbia.
qual
crepuscolare paesaggio,
ai poveri occhi
di un misero mortale.

la croce sovra essa brucia,
come ..d'eterna fiamma
ardea il mio stanco cuor
in vita.

ombre lontane,
miranti estremi orizzonti
irraggiungibili stelle;
al brillar di esse
la morte si consuma,
l'anima immortale
d'umane sembianze
si riveste.

nell' ombra,
l'angelo nero aspetta
il figlio dell'eternita',
invoca il mio nome...

mi disse
"dov'eri"
"chi ero"
non risposi,
le nubi
divennero rosso sangue:
e tu....cielo...
dall'alto dei mondi
ancor tremi,
d'un pianto di stelle
illuminasti l'oscurità.

le tenebre
immortali mi resero,
un atomo del male divenni
e d'infinito potere
il mio volto s'illumino'..
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