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Pubblicata il 20/10/2018
Tra fruscii
d'antiche steppe
si consuma
disperato
l'urlo del dolor:
in petto arde
..duole..
quasi
a voler fuggir
intra l'oblio del ricordo.

e non m'allevia
la mente
il rimembrar
dolci attimi;
nulla possono essi,
forse por quiete
al tedio
che mi consuma?

come lumi
dal vento
resi tenebra,
così
il cuor mio
si dibatte
trascinandosi
a stento
in cotesta vita,
lusinga un tempo
di prodighe imprese..

ora invece
sol dolor e delirio
essa provoca in me.

stanco,
le membra percosse,
vacillo.. aspetto..
l'ansia di una fine
che mai giungerà.

dannato...
per l'eternità,
rido.. rido..
nella pazzia
di un'oscura notte
che fine mai avrà..
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