Vivemmo
nel chiuso di un amplesso
tra quattro mura e un letto
gli stessi tocchi
ma con diversi
occhi
vivemmo
sfiorammo fiato e pelle
mentre
il sole timido
cercava di sbirciare
vedemmo,
riflessi concavi
con luci poi diverse
ma con la stessa luce
tra palpebre sommesse
vedemmo,
sotto una mezza
luna
mezza
spenta
con risposte a impronte lievi,
come piedi nella notte
di rientro a casa
che non chetino il silenzio,
seppur senza timore
di chieder per l'ascolto
parlammo
ma la lingua ferma
o quasi
"Ubi maior" recitò
vivemmo
in ridondanza
ridemmo e nella pancia
mani e labbra e crampi e succhi
sottofondo di un tempo
che non pare mai abbastanza