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Pubblicata il 17/08/2018
E venne la pioggia

a sciogliere

le zolle strette a nodo.

e venne.

si era fatta precedere

da editti di tuono,

aveva inviato missive di folgore

e tutti i giardini l’attesero

come sovrana

che visita il suo feudo.

e venne

con l’irruenza del turbine

e tutti i rami dei frutteti

furono scossi

da sferzate d’inattesa energia.

i passeri, presagita l’ora,

si misero al riparo sotto le grondaie

rassicuranti come braccia materne.

i poderi, dai loro recinti di attese,

ora rinvigoriti,

levavano al Sommo Giardiniere

lubriche risonanze di lode.

da mille turiboli si levavano incensi

odorosi di afa

vapori/odori che solo la pioggia

riesce a staccare dai pori della terra,

dalle cose.

e più di rado, il tonante paggio,

che precede il regale passaggio,

suonava la sua grancassa

sempre più oltre.

poi la terra

dei poderi,

dei cortili,

dei giardini,

del mio cuore,

piegò il capo sazia d’energia.

anche i passeri,

usciti in franchigia,

si ristorarono

con le gocciole rimaste sulle foglie,

come acqua nella conca della mano.
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bella perchè la pioggia non è solo acqua che bagna, ma è molto di più, e tu lo hai reso bene....

il 17/08/2018 alle 22:17

Grazie Arturo

il 17/08/2018 alle 22:44

I tuoi versi hanno un'aria quasi d'annunziana. Quando piove tutta la natura è in festa e lo sarebbero anche gli uomini se sapessero accoglierla.Complimenti!

il 17/08/2018 alle 22:57

Grazie Cassiopea

il 18/08/2018 alle 13:28

Davvero bella!...effetto temporale goduto!un saluto.

il 23/08/2018 alle 17:00

Ciao Eclisse, grazie della lettura.

il 23/08/2018 alle 23:02