di come scuotermi lo so, è facile
non semplice il volerlo, questo sì difficile.
ad oggi ancor rimbalzo sballottato
m’inarco e tendo verso un fine storto
di gravità inchiodato mi rintrono
qui, legato a un trono di mollezze ,
un tempo tumido e bugiardo e sconsolato
un grido cupo roteante, assai ammaccato
mi scatena un immobile paura:
di essere me stesso e poi odiarmi.
e più è duro invero il non provare
guardar l’oceano dalla ferma riva
eppur sì facile, e tranquillo.