fosse un deliquio perenne
a consumarmi la carne e l’anima impura
non ne avrei timore
ciò di cui temo in modo atavico
È da ricercare nell’ancipite
delle mie nude finzioni.
umano nella debolezza
umano nell’inganno
umano
nel mio utopistico ricompormi
o nell’infrangermi contro un Dio vuoto.
ho bisogno dell’assenza delle cose
dell’inversione degli attimi
di cancellare le geometrie
del mio pensiero epistèmico
per poi
guardarmi e accecarmi misuratamente