Da un lato noi, le nostre colline
assolate dal giorno al crepuscolo
dei campi di grano fino a Juniu
poi la terra scura di zolle antiche
un mandorlo, un pero di inverno ogni tumminu
una cresta di pietra, neanche roccia,
spuntone di un'era ancora prossima.
da un lato noi le nostre radici nei colori
di una, sola, solitudine tra le colline sempre uguali.
dall’altro la montagna blu e bianca
triste e solitaria, austera nel suo fuoco
lontana, fredda, e testimone delle nostre strade
orologio quotidiano: blu al mattino,
verde al pomeriggio, rosa al tramonto, nero alla sera.
calendario stagionale assorta tra le sue nuvole si allontana
brillante nel cielo invernale, oltre il mare del verde di Maggio.
e noi in mezzo lungo percorsi e ponti
terra cretosa e nera pietra
feconda madre e morte blasfema
acerbo isolamento primaverile e risoluta sera d’inverno.
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