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Pubblicata il 04/06/2018
Volo su una nuvola,
nei miei occhi tutto il mondo,
come un soffio di vento
mi disperderò,
e non sarà mai il tramonto, né l’alba.
come un rombo di tuono,
ho rotto il tempo e lo spazio,
viaggiando dove non c’è confine
tra terra e cielo.
quando l’aria calda sarà in ascesa,
condensandomi, goccia diverrò
e… cadendo giù, senza esser assente a me stesso, la terra impatterò.
in essa, io filtrerò, divenendo humus vitale
o linfa di pianta.
potrei anche imputridire in una palude,
fiero pasto per i vermi.
nel mio pensiero caleidoscopico,
tutto sembra reale;
non so se son vivo o morto,
certo che la mia coscienza è..
sono aria, acqua, terra,
non sono mai svanito nel nulla.
vortici d’immagini,
si affollano in questo pensiero,
risucchiato da un buco nero.
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La caduta dell'Angelo non poteva essere espressa in modo più appropriato se l'intenzione, la progressione descrittiva fosse stata questa. Ma era questa? Essendo citata la deità potrebbe essere oppure potrebbe trattarsi semplicemente della trasfigurazione di uno stato d'animo con una capitolazione senza remissione da parte della deità che conosce e sovrasta.

il 05/06/2018 alle 21:38