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Pubblicata il 02/06/2018
Gelida
forte ed irruente pioggia,
scroscia, e di fredde frecce
il moto tacito trafigge
delle mani nude
in tremito,
che del mio cuore
gli intimi sussulti svela:
triste solitudine
nella penombra
di una via che ondeggia,
ubriaca,
sotto l'oscillante lampada
frustata dal libeccio.

incalza il brivido
e percuote indomito
l'anima mia dolente,
la cui stridula voce
da gli occhi sprizza,
mista a lacrime
scendenti nella tenebra
la mente, avviluppando
coi tentacoli
d'un disperato tedio
che impassibile
la gola strozza,
lento inesorabile
com'un vapor letifero.

si strazia il petto
ripensando
all'ultimo atto
del nostro amore:
quel terribile
.."arrivederci"...
duro e carezzevole,
spergiuri inconsci,
e sterile!

e ritorni, ricordo,
qual fuliggine del cielo;
e più ti scaccio
più ti vendichi:
eterno, a soffocarmi
nella subdola
spirale del tuo incubo.

lento s'annebbia
il rumor della pioggia,
torbido e molle,
all'ondular de' liquidi
sprazzi
che il tempestoso
viale illuminano
come spettri, gli alberi.

attratto
dal ridente gorgo,
subito
il vascello abbandono
dell'effimera esistenza:
e m'affossa l'onda
e m'eleva,
ed annaspo
nel torbido fondale,
...ancora .. emergo...
per il liquido torpore
in quelle vaste latitudini
sperdute ed infinite,
dove l'incubo
m'accarezza, annientandomi...
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meravigliose atmosfere in parole e pensieri che sanno catturarti fino in fondo

il 04/06/2018 alle 00:27